12 ottobre 2018

a Bologna, altri inizi






Siamo stati da poco a Bologna, per intercettare lo zio D'America che temporaneamente transitava sul suolo italico.
Lo zio d'America, il cui nome è riduttivo, avendo vissuto anche in Vietnam e Africa, giunge qui- nella sua città natale- al termine di molte avventure e disavventure. Per riposare lo spirito e la mente e il cuore, laddove è possibile, in attesa di ripartire in Italia, nel mondo o dovunque lo porti il suo lavoro.
Non basteranno certo tortellini, polli arrosto, pasta con vongole, ragù, salsicce, tagliatelle, gelati, ciambelle al savaur, friggioni, arrosti, pecorini, lambrusco per rinfrancare del tutto gli spiriti.
Però aiutano. Soprattutto se ci si circonda di quei fratelli che sono gli stessi con cui ti picchiavi rotolandoti sul pavimento della stanza o litigavi per avere di nuovo perso a "non t'arrabbiare" (gioco sadico che mette alla prova i legami di sangue)
Lo zio d'America presto intraprenderà un altra avventura lavorativa, trasformandosi nel Signore delle Zanzare.
Nel suo lavoro ha la peculiarità di occuparsi sempre di insetti ripugnanti come vespe cinesi, larve aliene, ed altri simpatici  artropodi.
Ma a lui piace.
Ai Fantastici mostra curiosità esotiche che provengono dai suoi viaggi o da remoti cassetti della scrivania che non apre da quando andava al liceo
Ai loro occhi sono misteriosissimi e a volte terrificanti tesori: per esempio tutti i suoi "quadretti" con all'interno insettoni giganteschi e schifosi e irti di zampette stecchite da lui medesimo catturati e trafitti da spilli.
Oppure acchiappasogni fatti dagli indiani, penne di uccelli, insetti meccanici, attrezzature che servono per sopravvivere nelle foreste, coltellini, cannocchiali, bussole.

A Bologna ho ricevuto da mia cognata, la Zia Lavandina (la zia colta), una biografia di Sylvia Plath e un libro con le sue opere.
Il Gmarito teme che io mi deprima, a leggere compulsivamente la vita di una poetessa suicida con la testa nel forno che lascia come testamento dell'anima una poesia e due tazze di latte per i suoi bambini addormentati.
 Invece è catartico, inoltre io ho una ossessione morbosa per le biografie, è una sorta di necrofagia psicologica. Immaginarsi nelle vite altrui è come vivere in un universo parallelo in cui esploro l'esperienza di essere un'altra.

Così adesso anche io posso vantare di avere una provvisoria routine serale, che non è farsi la maschera al cetriolo ma:
1)lavare i piatti
2)leggere Pinocchio a SuperMario (il vero Pinocchio scritto da Collodi e illustrato dal grandissimo Mattotti, non adattamenti politicamente corretti e melensi)
3)dipingere tazze e teiere da vendere per beneficienza 
4)struccarmi e mettermi in pigiama
5)leggere della contorta, oscura, geniale e maestosamente terribile, anima della Plath, che si dipana davanti a lei stessa ed al lettore come i tentacoli di una piovra.
6)e poi cadere addormentata finchè la melodia del "volo del calabrone" di Korsakov proveniente dalla sveglia del cellulare non mi riporta traumaticamente alla realtà.

A Bologna ho avuto anche un'opportunità da illustratrice, ma per scaramanzia ancora non ne voglio parlare.

A Bologna mi sono accorta di una mia propensione all'abbraccio quasi indiscriminato a me prima totalmente estranea, che mi ha sorpreso.
Probabilmente sto per morire.

Sylvia Plath







1 commento:

  1. Cavoli sono bellissime!! Mica le venderai solo per beneficenza vero??
    E comunque la tua routine serale mi sembra magnifica! Io vorrei tornare a leggere, ma la sera sono così stanca che passo giusto 5 minuti a rincoglionirmi su Instagram e poi crollo :((

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