9 ottobre 2018

Iniziare cose nuove

Ho già detto, citando liberamente una frase di Pavese che è anche l'unica che so perchè Pavese probabilmente lo lessi, ma non mi ricordo nulla (qui lo dichiaro per manifestare la mia onestà intellettuale): che 
" l'unica vera gioia è iniziare."

Quest'anno scolastico avevo tre miseri propositi, nell'ottica che riducendo la lista magari io sarei arrivata almeno al 50% dei propositi realizzati:
1 Investire sullo Spirito
2 Investire sull'attività fisica (minimo sindacale)
3 l'ultimo non me lo ricordo.
Sarà forse fare un corso di memorizzazione veloce.
Comunque devo averlo scritto da qualche parte.

Però quest'anno mi sono fatta furba, conoscendo la mia leggendaria carenza di: costanza, propensione alla routine e forza di volontà (esatto, sono una larva); so che se qualcuno non mi costringe facendo leva sul mio amor proprio o anche con minacce esplicite, io non quaglio.
Quindi, per quello che riguarda l'attività fisica ho reclutato un personal trainer.
Per quello che riguarda lo Spirito, sto cercando di contattare uno dei quattro Angeli dell'Apocalisse disponibile.

Il mio personal trainer è un'amica, e siamo riuscite ad incastrare i nostri rispettivi orari in modo da ritagliare 45' giusti giusti tra la fine del lavoro e l'uscita di scuola di SuperMario.

Lei ha già capito come deve essere con me. Esigente e incorruttibile.
Così due giorni a settimana, esco dal lavoro dopo essermi cambiata in una cabina telefonica come Superman, uscendone con leggins, scarpe da ginnastica e maglietta da fitness e mettendo assieme un'accozzaglia di colori fluorescenti che quando mi guardo allo specchio devo indossare gli occhiali da sole.
Perchè il fitness, ragazzi, è fluo.
E mi catapulto a casa.
La mia amica arriva pochi minuti dopo, portando con sè una fitball grande come Giove (rosa fluo), e  non faccio neanche in tempo ad imbarazzarmi per lo stato pietoso in cui versa la mia casa, lasciata esattamente così come siamo usciti di casa al mattino, che siamo già lì a fare addominali.

E poi anche squat.
Ah, finalmente anche io faccio parte della cerchia degli squat. Che non è fico quanto andare a correre, quello è un olimpo inaccessibile, ma ci si può accontentare.
Io, che faccio gli squat.
Per non parlare del plank.

E' bello avere qualcuno che ti costringe a fare qualcosa per il tuo bene.
Vorrei spiegarlo ai Fantastici, ma a quanto pare è una cosa che si capisce solo dopo i 40 anni quando il sedere comincia a scendere.  
                                                                                                                                                                          

2 commenti:

  1. Addirittura l'Olimpo? E io che faccio entrambi?? Però io lo faccio per la salvezza degli altri, non per il sedere cadente, il rischio di omicidio a volte è troppo alto!!! :DD

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