26 novembre 2018

arriverà un giorno (cioè questo weekend)

Poi arriverà un giorno in cui, nonostante una mezza sciatica, trascinerò in veranda il pino (soprav)vissuto dall'anno scorso, e dirò, con un entusiasmo  sopra le righe: dai ragazzi, facciamo l'albero!
E Wonder risponderà: ma dobbiamo farlo proprio adesso?
E CatWoman dirà: si ma metti tu le luci (come è possibile? le lucette sono la cosa più fica e divertente e magica del mondo!)
E Megamind con la voce che non deve tradire emozioni puerili puntualizzerà:- si però metti anche quelle colorate anni ottanta, 'sta volta. (Lo so che è l'effetto Stranger Things)

E il pino resterà solo e disadorno in veranda, a parte le lucette, che andrebbero accese alla fine come i fuochi artificiali finali, ma che io ho acceso lo stesso, battendo le manine da sola per l'entusiasmo. Mi davano retta solo i gatti.
Confido in superMario, sempre che non sia impegnato fare la terza guerra mondiale coi soldatini in salotto.

Magari il presepe riscuoterà più successo.

Arriverà anche un giorno in cui, dopo che il Gmarito si vedrà costretto a lavare i piatti per 5 sere consecutive (in quanto lo strumento preposto a tale scopo, frutto dell'ingegno dell'uomo, risulta non funzionante da luglio 2016 e la sottoscritta lavapiatti analogica risultava non disponibile) proporrà spontaneamente:
-pensavo, visto che c'è il black friday, visto che bisogna fare girare l'economia che questo governo sta distruggendo, visto che si avvicina il Natale, potremmo comprare una lavastoviglie.-

Poi arriverà anche un giorno in cui Megamind dichiarerà che no, non può dire chi è la ragazza più simpatica della classe.
E la madre presumerà di aver capito tutto.

Inoltre arriverà anche il fatidico giorno che ogni bambino deve sperimentare, cioè quello di perdersi. 
E- parimenti- quello in cui ogni madre deve provare la suggestiva sensazione di sentire la voce metallica al microfono del centro commerciale dire:
IL BAMBINO MARIO ASPETTA LA SUA MAMMA ALLA CASSA NUMERO CINQUE.
Quella madre, per sicurezza, e mantenere una certa dignità ( non è in grado di sopportare uno sguardo di disapprovazione e anche la sciatica nello stesso pomeriggio) manderà il papà.
Però in compenso il bambino Mario riceverà dalla gentile cassiera un improbabile merchandising che consta di una scarpa di plastica che in realtà è una radio.

Ora SuperMario lo chiamiamo solo così:
Il bambino Mario è desiderato in cucina
Il bambino Mario ha la mamma che lo aspetta in bagno per la doccia
Il bambino Mario è pregato di mettere a posto i soldatini

Faremo mettere anche un microfono, per l'occasione.

Visto che questo post è sconclusionato e incoerente nella sua forma sintattica e retorica, finisco in bellezza aggiungendo che non è mai stato così bello andare a farsi fare le punture di droga anti-sciatica da un'amica, concretizzando che non tutto il male viene per nuocere. Cioè al prezzo di una iniezione, una bella chiacchierata tra amiche.(Mentre il Gmarito lava i piatti)

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