Ai miei figli
Chiedo
perdono
per le
nuvole
sopra il
mio capo
per lo
spillo raccolto da terra
senz’ amore,
per le
ore risparmiate
che
tintinnano dentro l’orologio.
Chiedo
perdono
per non
avere guardato
con voi
da vicino
la perfezione
della tela
del ragno.
Chiedo
perdono per i miei occhi.
Non
eravate miei:
come
respiri
nasceste
dal profondo
e al
mondo il fiato
vi disperde.
Nessun commento:
Posta un commento