20 dicembre 2019


Adesso lo dico.
Le due figlie femmine sono delle erinni insopportabili. Genoveffa e Anastasia sono delle dilettanti a confronto.
Iniziano a litigare alla mattina alle 6,15.
Mai avuta sveglia più efficacie devo dire.



Mentre suona una improbabile sveglia del Gmarito con uccelli canori che richiamano un eden tanto utopistico quanto paradossale, alla quale lui peraltro non presta attenzione, il mio udito finissimo (una specie di punizione divina per le madri, che dovrebbero diventare mezze sorde dopo la nascita dei figli, non solo mezze cieche) sente ogni parola velenosa che fin dall'alba (anzi prima) si rimpallano le fanciulle.
Litigano perché:
- una delle due non si alza in tempo (all'altra non importa davvero un fico secco se la sorella arriva in ritardo, le dispiace sprecare l'occasione di rinfacciarle qualcosa di sgradevole)
- una delle due non le presta un vestito, a risarcimento del prestito fatto in giorno prima (si, ma io te l'ho prestata e me l'hai restituita che puzzava di ascella). Figlie che portano quasi la stessa taglia è un altra punizione divina.
- per l'uso del bagno, con vari corollari di gentilezze (non serve a niente che stai in bagno delle ore a farti bella, non usare il mio mascara, hai lasciato un casino, non hai tirao l'acqua)
- per l'uso degli elastici. Gli elastici per capelli si consumano in casa nostra quasi come le gocciole.
- per i libri, alcuni dei quali, essendo edizione unica per il triennio, condividono. Urla, rovesciamenti di zaini, insulti sul rendimento scolastico.

questi sono argomenti classici, poi ci sono infinite altre occasioni succulente da non perdere per mortificarsi a vicenda, per esempio:
- i complimentini mortificanti sull'outfit (non ti offendere sai, ma quella maglia non sta per niente bene con i pantaloni, con la frangia stai male, quello stile è il mio, me lo hai copiato, non puoi mettere il maglione dentro ai jeans)
- le briciole sul tavolo della colazione,
- chi deve chiamare l'ascensore,
- chi ha preso l'ombrello dell'altra.

Poi a pranzo, quando torno dal lavoro, le sento litigare già dal pianerottolo. Una dà addosso all'altra pechè usa il cellulare, l'altra le rinfaccia che è arrivata tardi, litigano per sparecchiare, per lavare i piatti, per i voti a scuola, perchè una ha visto l'altra rivolgere la parola ad una sua amica. Ci mettono un sacco di impegno, energie e passione nel trovare sempre nuovi argomenti per entrare in competizione, devo ammettere che hanno grande creatività.
Sono come due scimmie idrofobe nate siamesi. Non possono separarsi ma cercano di farsi più male possibile.

ignorale, ignorale, ignorale. 


Poi, oltre un certo limite, intervengo. Non per loro. Ma per me.
- Basta litigare non vi si sopporta più !- Irrompo nella loro stanza come una Medea assetata di sangue.
Una volta mi hanno guardato con odio e hanno risposto:
-ma noi non stiamo litigando.-
Lasciaci odiare in pace.

Nessun commento:

Posta un commento