3 gennaio 2020

stabat mater piagnona

Alla recita di Natale di SuperMario ho pianto.
Avrei pianto comunque, pure se avessero cantato il più trito repertorio di Mariele Ventre.
Ho pianto perchè lui è l'ultimo della prole, e non ho più figli  più piccoli, di riserva , con cui procrastinare la commozione chioccia.
Sarà l'ultima recita di seconda elementare a cui assisterò.
Le cose che farà SuperMario da qui in poi saranno più uniche (chiedo licenza) di quelle dei suoi fratelli, perchè saranno le ultime.
Dopo 15 anni di recite asciutte, l'argine della mater lacrimosa si è rotto.
Forse è la soglia dei 43 anni.

Ora piango davanti ai tortellini, davanti al portone della mia casa di ragazza, quando vedo lo Zio Astro Fisico (sia perchè astrofisico proprio, sia perchè da bambina lo consideravo lo zio bello), piango quando sento Lily Marlene, quando vedo le foto di noi fratelli da piccoli, piango ascoltando gli U2, insomma sono una piagnona.



3 commenti:

  1. Non sono ancora madre, non so quando avrò la possibilità di esserlo, mi sono commossa a Natale a sentire la poesia recitata da mia nipote di 5 anni. Piangevo che sembravo una fontana

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    1. Allora inizia a fare scorta di fazzoletti! Prima io ero dura come quel personaggio nemico di Paperone: Cuordipietra Famedoro. Coi miei primi tre figli ero sempre così sfinita e di corsa che piangevo di disperazione ed esasperazione solo perché si sovrapponevano recite e saggi, e canti, e spettacoli. Cinica e bara.

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  2. Io piango sempre...non oso immaginare quando penserò che sarà l'ultima!

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