8 gennaio 2020

Gennaio effetto settembre

Beh, diciamo che il mio anno scolastico è iniziato faticosamente.
L'ottima e proficua " sindrome del diario nuovo", che di solito accompagna il rientro dall'estate, che ti faceva desiderare cose nuove per i tuoi capelli, la tua cassettiera, il tuo girovita, le tue insane abitudini, è stata annientata dalla fatica della ripresa della routine.
Sostanzialmente da settembre ad ora mi sono trascinata strisciando tra il rifiuto di iniziare un nuovo anno e i rifiuti proprio, e la mia terapia salvavita era: vabbè, ci penso dopo. Vabbè, poi vedo, vabbè, scialla. (Non so che voglia dire ma lo dicono le mie figlie quando chiedo di mettere le mutande sporche nel cesto) 
Ho i riflessi lenti, mi sto risvegliando ora.
E quando mi risveglio, mi aggiro per casa con occhi miopi e l'espressione verde di Disgusto , e comincio a buttare roba.
Non sono come la Mari Kondo, nipponica, minimalista, medodica: io sono bipolare, alterno periodi da accumulatrice seriale in cui mi innamoro delle latte dei pelati da 5 kg (fanno così Andy Warhol) a momenti in cui vorrei costruire un inceneritore sul balcone, e far fuori tutto.
Ho un metodo tutto mio, non sistematico, ma per associazione caotica di idee e suggestioni.
Metto le uova nel frigo.
Il frigo è pieno.
Tolgo i vasetti scaduti.
Dentro, la salsa cockail ha iniziato a formare delle stalattiti e alcuni cristalli interessanti. Getto via tutto e cerco una collocazione per i vasetti vuoti e lavati.Ma il mobile della cucina è pieno. Allora lo svuoto, lo riordino, ma restano fuori le bottiglie di vino. Dove metterle? Al posto delle due ceste straripanti del cucito, con dentro i body da neonato da rammendare.Di 14 anni fa. Quindi comincio a eliminare il superfluo del cucito. Colloco infine le bottiglie ma non c'è più posto per il materiale di cancelleria. Potrei mettere tutto sul frigo, ma è già occupato, quindi decido di eliminare tutte le scatole che vi troneggiano sopra da 10 anni. C'è del pongo fossile e il gioco del Vasaio Pazzo.
Così facendo, sono arrivata nevroticamente anche all'armadio, che è come il vaso di Pandora.
Scalare il K2 è da dilettanti a confronto.
E' tutto un processo che inizia su una esigenza estetica.
Poi emotiva.
Infine razionale.
Un pò come riporre i libri per colore.
Lo scopo è sempre quello di farmi sentire bene. Poi magari non trovo lo stesso una mazza, ma mentre non la trovo, ammiro le scatole carine nell'armadio, e mi rassegno. Quella cintura non la ritroverò, forse l'ho buttata, ma sono felice.

E così, istericamente, nelle ultime settimane ho riordinato:
i maglioni,
lo scaffale in cucina
l'angolo caffè
i libri di cucina
la scatola del cucito
le bottiglie di vino
la scatola degli hobby creativi
i pennarelli (ora sono dentro un meraviglioso barattolo di pelati da 5 kg)
tutte le scarpe della famiglia,
l'armadio del marito

In casa sono tutti terrorizzati. E ne hanno ben d'onde.

il tetto del frigo finalmente vuoto

risultato quasi finale


notare il barattolo MUTTI

il caos prima della creazione

aiuto!

l'armadio prende forma

metodo giapponese: metti tutto in verticale



2 commenti:

  1. Non si rovinano le scarpe in verticale?
    Io ho la "fortuna" di dover traslocare ogni 2/3 anni così faccio il decluttering e ho già cominciato adesso anche se traslocheremo quest'estate!

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    1. A ME IL TRASLOCO TERRORIZZA! però gettare via roba è meraviglioso. Il problema è farlo con le cose degli altri.(Le scarpe non si rovinano di più che stare accatastate come prima le une sulle altre. Io ho poche scarpe, ma sono comunque troppe rispetto allo spazio che ho. A noi serve più spazio, più armadi, più scarpiere! E meno roba. Essere più leggeri, insomma. Sogno una essenzialità per la quale non sono molto portata.

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