31 marzo 2013

il rito dello strudel

Ogni mamma ha un piatto-cavallo di battaglia.
Un piatto che sa fare solo lei.
Che le zie invidiano. Di cui la suocera cerca di carpire il segreto con l'inganno. Che tutti lodano e sopratutto che viene preparato una volta all'anno così da amplificare l'aura di mistero e di sublime delizia.
La mia mamma sa fare uno strudel ineguagliabile, e la sua preparazione più che una ricetta è un rito propiziatorio.
Una liturgia.

Perchè se qualche dettaglio anche insignificante non viene ripetuto esattamente sempre nello stesso modo, se il limone viene grattuggiato dopo avere sciolto il burro, allora la pasta si raffredderà. La farina assorbirà troppo. L'impasto sarà poco elastico. La pasta non si stenderà come deve. 
E per una serie di reazione a catena di eventi tutto andrà storto e il fantomatico strudel non verrà. E non è che si può rimediare. Non esiste rimedio.Si deve rifare tutto da capo.

Così mia madre si alza la mattina alle sei. Pare che l'alba sia propizia.
E sopratutto non ci deve essere nessuno.
Perchè la presenza di estranei è funesta, porta sfiga.

Le porte devono essere chiuse. E non solo per serbare il segreto, ma anche perchè l'aria corrente compromette il delicato equilibrio tra sottigliezza ed elasticità della sfoglia.

La pasta va sbattuta sul tavolo 100 volte prima di essere stesa, 100, e non una di più.
Sono 100 da circa trent'anni.

E così la preparazione dello strudel è un rito sacro ammantato di superstizione, circondato da mistero, e comunque ai miei occhi assolutamente irraggiungibile.
Finchè un giorno ho deciso che potevo provare anche io. D'altra parte se ho sfornato quattro porcellini, posso provare a sfornare anche uno strudel.

A mio vantaggio ho una platea lombarda, che non avendo mai assaggiato lo strudel di mia madre, avrebbe comunque apprezzato un buon dolce anche le la sfoglia non fosse sottile da poterci leggere attraverso. 
(Sì, ci si deve leggere attraverso)

E così un giorno ho assistito alla preparazione del famoso magico dolce, e naturalmente, infrangendo il rituale, ho portato sfiga.
La pasta si è stracciata, la sfoglia si è bucata, la mia mamma si è disperata.
Ma io ho visto.
E oggi, ho riprodotto.

E la magia si è ripetuta. Anche se ho grattuggiato il limone all'ultimo momento!
(Però ho sbattuto la pasta sul tavolo 100 volte e non una di più)



3 commenti:

  1. Complimenti e leggendo ho quasi sentito l'odore degli ingredienti...mmmmh, che fame!!!

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  2. E' bellissimo e sarà anche molto buono. Un abbraccio.

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  3. molto buono prossimamente pubblicherò la ricetta.

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