15 gennaio 2015

ci sono, ci siamo, reportage da Bononia

Se non voglio che (alcune) mamme della classe di WonderWoman mi tolgano  il saluto, rimproverandomi che non riescono ad addormentarsi o sono diventate stitiche in quanto non possono leggere recenti post di questo blog, bisogna che io scriva.
Non che mi manchi il materiale.

Intanto non si pensi che io abbia cambiato lavoro. I tempi di reazione nel pubblico impiego sono paragonabili solo a quelli biblici, quindi forse quando comincerò ad incanutire e mi scenderà la cataratta, potrò finalmente smettere di staccare foglietti rosa dal mio blocchetto.

C'è stato il Natale.
Quand'è che si deve dire ai bambini la storia di BabboNatale? Ovviamente fosse per me potrei nascondere i pacchi amazon tra i gatti della polvere sotto il letto, trascinarmi fino all'una di notte per poter posizionare furtivamente i regali sotto l'albero, ubriacarmi col mezzo bicchiere di Marsala che si lascia per lui su tavolo della cucina, ancora fino all'età in cui si sposeranno.
Perchè io, nella favola, ci vivrei sempre. Non per niente siamo al 15 Dicembre e non ho ancora disfatto l'albero.
E poi alle domande di MegaMind, razionali e sempre più insistenti, sulla questione,  ho risposto con una lettera. Cioè, Babbo ha risposto. Ho architettato una versione così realistica, plausibile, moderna e razionale, che probabilmente ci crederà fino a quando entrerà in seminario.
(Megamind non si sposa, dunque ha detto che non gli rimane che farsi prete).
Una mia amica ha un figlio che ha 12 anni e ancora crede a Babbo Natale, e nonostante lei abbia lasciato palesi indizi, lui imparterrito, in seconda media scrive ancora la letterina.
Cioè, lei lo ha beccato che guardava siti di donne nude sul cellulare del suo compagno, però scrive ancora la letterina a BabboNatale. (Cosa gli abbia chiesto, alla luce di ciò, quest'anno, poi, non lo so, eh.)
La sorellina invece ha la pulce nell'orecchio, ha solo 8 anni e  ha detto alla madre che una compagna (ah, ma questi compagni smaliziati che c'erano anche ai nostri tempi, li manderei al riformatorio)le ha detto di avere le prove che Babbo Natale sono i genitori.
-Ah, si? Non esiste? Allora tu quest'anno non scrivere nessuna letterina, che poi vediamo.-

Geniale. Prendiamo appunti.

Il nostro Natale non è stato dei più spensierati.
Cuori e teste infrante a parte, parlando non solo metaforicamente, il soggiorno Bolognese non è nato sotto una buona stella.
L'incipit è stato la diffusione del consueto morbo bolognese, sottoforma di caghetta da trincea e altri ameni sintomi. Decimati lo zio d'America e Peter.
Una volta ristabilita la pace intestinale, perchè non ci si assuefacesse al dolce far niente della vacanza felsinea, ci ha pensato il blackout notturno ripetuto alle 3 di notte, che ha fatto scattare il duplice allarme di cui è dotata la casa dei miei genitori, che neanche la Banca Centrale d'America.

Successivamente, SuperMario, che voleva tenere alta la concentrazione di adrenalina, ha pensato di chiudersi a chiave in una stanza.
-Guardate bimbe!Davanti alla casa dei nonni ci sono i Pompieri! Forse c'è un incendio!- Esclamo spiritosona tornando da una di quelle cose culturali che voglio far fare (con decisione unilaterale) ai bambini, nella fattispecie la visita ad un museo.
In effetti 6 Vigili uscivano da casa dei miei.(bellocci, pure)
Meno male che ha trovato una chiave da girare e non un accendino.

Tutto ciò non ci ha impedito di rimpinzarci come tacchini, uscire a cena, accettare inviti anche ADDIRITTURA di soli adulti.

Quando siamo tornati a casa, dopo un lungo viaggio con molte tappe agli autogrill e gli stomaci debordanti di tagliatelle, CatWoman ha vomitato nell'ascensore.
Sul mio piumino.
Nella mia borsa. Che avevo gettato sul pavimento dell'ascensore cercando di tamponare il getto di vomito con un pannolino di Mario. (Ho trovato quello, in borsa. L'alternativa era tapparle la bocca con un tampax).
Lei ha mancato il pannolino. E ricoperto ogni superficie di vomito, che poi, per lei che non mangia una mazza, avrà tirato su il cibo di tre giorni prima. Solo il soffitto si è salvato, mentre lo specchio mi rimandava-doppiamente- l'immagine di una scena dell'esorcista.
In ogni caso, mentre sciorinavo tutto un vocabolario di parolacce oscene alle dieci di sera, ripulivo con ettolitri di alcol e dando fondo alla scorta di scottex di un mese, tutto l'ascensore, bloccando l'apertura con la borsa (piena di vomito anch'essa.)
Si lo so, che non è una immagine edificante. CatWoman mi fissava immobile e con lo sguardo vitreo delle bambine-horror giapponesi.
Dopo avere ripulito ( il Gmarito mai stato tanto contento in vita sua che gli fosse toccata la parte dello scaricamento di tutti i 150 sacchi sacchetti sacchettini dalla macchina) esausta e puzzolente e pregustando una doccia bollente a base di bagnoschiuma al cocco...
...si richiudono le porte scorrevoli del suddetto ascensore tascinando con sè avanzi ben riconoscibili del pranzo e della colazione.
Nel mentre il Gmarito mi informava che all'appello mancava una valigia.
La sua.

Ma tanto, a Bologna, nessuno ha la sua taglia.
Buon anno, eh.



1 commento:

  1. Sei un toccasana per me!!!!! Se una giornata parte storta una letta ad un tuo post ed ecco che inizzzio a ridere come una cretina davanti al pc con le persone che mi vedono mi guardano con lo sguardo decisamente pietoso............. Machissenefrega!!!!! Le tue descrizioni sono così realistiche che mi sembrava di essere li.............. Ho scritto 'mi sembrava'.......... :-DDDDD
    Che male c'è ad avere l'albero ancora fatto il 15 dicembre??? Io lo guasterò nei prossimi giorni..... :-DDD
    Kissssssssssssssssssssssssssssssssss

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