Ok,
probabilmente ho già parlato delle unghie.
Le
unghie sono un simbolo.
Le
unghie curate sono nel mio inconscio la manifestazione della donna
adulta. Della donna adulta, che non ha bisogno di strapparsi le
unghie a morsi. Della donna adulta che ha un buon livello di
autostima.
Che
nonostante tutto ha il controllo di sé, tanto da avere la freddezza
di farsi la manicure.
Bene,
dopo vari tentativi di raccontarmela, di provare a mostrarmi per
quella che NON sono, ovvero indossando unghie posticce alle cerimonie
davanti a parenti per darmi un tono (salvo poi staccarsi -macabre-
proprio quando fai il brindisi col calice di cristallo), ho deciso di
forzare la mia natura ricorrendo a ciò che ho sempre aborrito.
La
ricostruzione delle unghie.
La
mia insicurezza e ansia nevrotica si sarebbe fermata davanti ad uno
strato di gel che avrebbe reso le mie unghie come quelle di un
manichino.
Ebbene,
è andata bene per mesi.
La
facciata reggeva.
Mi
guardavo le unghie e mi sentivo adulta.
Mi
strappavo i capelli, è vero, ma è socialmente più tollerato e di
gran lunga meno appariscente.(Finchè non diventi pelata?).
Poi
era gratificante cambiare colore, molto creativo, se resisti alla
tentazione del color vomito d'ubriaco che va tanto di moda.
Poi,
va da sé.
Non
è possibile che io abbia costanza. Avrebbero dovuto chiamarmi
Costanza, che magari sentendomi chiamare così, sarebbe stato un
promemoria.
(Ma
forse, non sarei una grafica frustrata al giorno d'oggi, ma una
inflessibile insegnante di scherma.)
Un
giorno, le unghie hanno cominciato a spezzarsi, così come giorno
dopo giorno la mia facciata di persona matura e calma e col pieno
controllo di sé si è sgretolata e sfaldata come la cheratina messa
sotto stress dagli agenti chimici.
E
allora, via. Ho naturalmente ricominciato a massacrarmi le unghie
senza pietà, deliberatamente, assaporando la mia sconfitta con
autocommiserazione (e l'alibi del genio creativo tormentato, ovvero:
Picasso mica si faceva la manicure)
Poi
cosa è successo? E' successo che ho cambiato lavoro.
Sono
diventata una sorta di segretaria.
Chi
più di una segretaria deve avere un aspetto rassicurante organizzato
ed efficiente? Avere una segretaria che si smangiucchia le unghie
sarebbe come avere una estetista coi brufoli e il pelo sotto le
ascelle.
E
così, ci ho riprovato.
Niente
gel però, già io faccio fatica ad assoggettarmi alla schiavitù del
parrucchiere una volta l'anno, la manicure ogni 20 giorni è
improponibile.
Avete
mai visto la ricrescita delle unghie con lo smalto semipermanente?
Sembra una mutazione genetica incontrollata con DNA di grifone.
E
così, con la pazienza che NON mi contraddistingue sono riuscita a
fare cresceere le mie unghie fino ad una lunghezza che non fosse
ridicola una volta laccata con lo smalto verde smeraldo.
Sono
20 giorni che riesco a non toccarle.
Tranne
una.
L'unghia
sfigata.
Perchè
di queste due personalità che fanno a botte, la ME adulta che vuole
essere responsabile, e la ME casinara e creativa e nevrotica, non
posso semplicemente sopprimerne una.
A
beneficio della personalità che amo di meno.
L'unghia
sfigata è sfigata di suo, non ce la può fare. Si spezza, si
scrosta, e allora senza la barriera dello smalto, la tormento, me la
mangio.
E'
lì per ricordarmi che io non sono una vera segretaria.
Sono
come i supereroi.
Serve
solo per coprire la mia identità segreta.
E
per non diventare completamente pelata.
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