15 aprile 2015

Sogni nei cassetti e nuovo lavoro

Il nuovo lavoro. 
Mesi fa avevo annunciato che non sarei più stata vigilessa e avrei fatto un lavoro che mi piaceva. Solo metà dell’annuncio è vera, e –per la cronaca- visto che non ha cominciato a piacermi fare la vigilessa, se ne desume che ho smesso di fare la vigilessa.
Ma non ho cominciato a lavorare in Biblioteca, il mio sogno nel cassetto nella categoria (un po’ sfigata) de: sogni venuti ad un compromesso.

Dunque, ho lasciato la divisa senza alcun rimpianto di sorta, per lavorare in ufficio, sempre presso il Comando dei vigili. Nell’ufficio Segreteria.
Ora.
Chi mi conosce sa che nella graduatoria dei lavori più improbabili (all’interno dell’insieme: lavori alla mia portata) per la mia personalità ed attitudini, dopo il vigile, al primo posto, e prima del geometra, viene la segretaria. Perché, ho tante qualità (vero, Gmarito?) ma quella della precisione, organizzazione e pianificazione, non mi appartiene. Però ci sono molti vantaggi, in primis il fatto che dovrò sforzarmi a dare il meglio di me cercando di superare i miei limiti, e so che mi verrà meglio di quando mi sforzavo di mantenere la calma di fronte agli insulti dei cittadini multati.
Intanto ho un ufficio. Un ufficio! Un tavolo, un pc, una SEDIA su cui sedermi. Ho dei cassetti con dentro delle cose personali, e mi rendo conto che in questo momento sembro WonderWoman, di anni 9, che vede per la prima volta un ufficio, ma vi assicuro che è quasi commuovente, dopo svariati anni in cui ho dovuto stipare in un borsello bianco, anti-ergonomico, grande come un A4, pochi effetti personali indispensabili quali: assorbenti assortiti, fazzoletti, gel igienizzante, caramelle, cerotti, un elastico per capelli, portamonete per i 6 caffè giornalieri. Oltre alle altre cose che servono al vigile, in primis il bollettario delle multe.

 Posso bere quando ho sete. Andare in bagno quando mi scappa. Posso vivere in un microclima compatibile con la vita. Alla mattina posso scegliere i vestiti (e le scarpe, e gli orecchini, e le collane, e lo smalto, e la pettinatura), e questa grande stimolante, emozionante, femminile novità, ha dato origine a sessioni di shopping esaltanti (solo per la sottoscritta evidentemente.)

Ogni mattina, per stimolare il programma anti-sciatterìa attivato recentemente, mando un w’up con un selfie del mio look (ma mi dicono che si dice outfit adesso) alla mia lesboamica, incentivando l’indispensabile competizione femminile che altrimenti qui, con tutte ste donne in divisa, scarseggia.
Inoltre in lavoro non mi dispiace. Anche perché la mia capa (donna) è una persona ingambissima, che credo abbia dei superpoteri pure lei. (comincio a sospettare che gli Xman siano in mezzo a noi).
E lavorare per una persona molto esigente e per la quale si prova stima, efficiente, e che prende su di sé le responsabilità che le competono, in grado di delegare intelligentemente, (quindi il vero CAPO) è piacevole anche se il lavoro di per sé non è particolarmente creativo (ah, ma faccio dei Diagrammi di Flusso con delle palette di colori e degli effetti grafici DA PAURA). Il tempo vola. Quando prima, mentre vagavo a piedi col mio buffo cappello e borsello, sognavo di essere il Bianconiglio e controllare la dimensione temporale, per far muovere quella dannata lancetta dei minuti sul quadrante.
Eqquindi, son contenta.
Beh, ci sono degli aspetti negativi. Ma d’altra parte l’ostilità di qualche collega- se prima c’era- non può che peggiorare quando non gli offri più il caffè al bar o è costretto a rivolgerti la parola durante un turno di sei ore, assieme. E va bene così, direbbe Vasco.
Torno a casa e non perdo conoscenza sulla prima superficie orizzontale che trovo, ma posso addirittura stirare guardando al mia serie piratata preferita, oppure-ancora meglio- disegnare forsennatamente finchè SuperMario non si sveglia.
Il Gmarito ora si aspetta una mogliettina riposata, fresca, che pure stira, e cucina non come una cuoca da Campo, e che gira per casa costantemente in babydoll e reggicalze. Ognuno ha i suoi sogni, nel cassetto.

;-)

1 commento:

  1. Sai che non l'avevo valutata che per alcuni scegliere i vestiti per andare al lavoro, sia un privilegio??? Io lo considero una delle tante scocciature!

    RispondiElimina