30 dicembre 2015

Miniguida post natalizia


Dopo le feste siamo tutti afflitti dalle stesse grane.
Ecco una miniguida sulla soluzione dei principali problemi che noi (donne) dobbiamo tipicamente affrontare. (donne, sì. Gli uomini sanno vivere decisamente meglio di noi)

Problema 1: Hai mangiato come un maiale e naturalmente sei ingrassata come un tortellone ripieno-oppure-nonostante ti sia trattenuta, sei comunque ingrassata come un tortellone ripieno (nota per me: visto? Tantovale lasciarsi andare, tanto si ingrassa lo stesso)

a) Non salire sulla bilancia per 15 giorni
b) Mettere a tacere i sensi di colpa pensando che a questa età non ancora decrepita l’unico effetto collaterale dello strafocamento è l’ingrasso. Dopo i 70 anni, quando dall’ossessione del peso ci saremo ormai liberate, gli effetti indesiderati avranno a che fare con la sopravvivenza su questa terra. E allora saremo costrette a rinunce senza appello.
c) Indossare solo i vestiti rassicuranti. Quelli che non tirano, non aderiscono, mascherano, elasticizzano, confondono e mimetizzano.  
Leggins dimagranti neri con maglie fluide, jeans neri con camicette morbide e giacca maschile nera, abitini larghi e neri. Nero, nero nero. Darth Vader style. Se non si hanno tali abiti, rimediare subito, che ci sono i saldi! Tutto ciò mentre si programma una lunga carestia alimentare.
d) Far nascondere dolci, cioccolati, torroncini, biscotti, panettoni, frutta secca, marmellata al Gmarito. Oppure, ancora meglio: riporre in un luogo logico e consono e ordinato tutte queste cibarie demoniache: come ogni volta in cui farete ordine razionale, non le troverete più.
e) Alla vostra pseudo amica che ha mangiato bietole all’agro tutte le feste e sfoggia una 38 invidiabile, mentre le fate dei sinceriSSSssimi complimenti, raccontatele tutto quello che avete ingurgitato senza pensieri. In quel momento capirete chi ha fatto l’affare migliore.


Problema 2: Non sai più dove mettere tutti i giochi ricevuti dai bambini

a) Aspettare che dormano, e fare razzia dei giochi in alto. Quelli che non prendono per pigrizia. Quelli con cui non giocano perché non hanno mai le pile. Quelli che voi odiate perché fanno musichette assordanti. Darli in beneficienza. Sentirsi pure molto buoni.
b) La seconda opzione buonista è fare questo lavoro con loro, con l’edificante presentazione dei bimbi poveri meno fortunati. Il risultato sarà scoprire che vostri bambini sono superconservatori ed ai loro giochi hanno legato ricordi indelebili e sentimentali nonchè fondamentali per la loro armoniosa crescita psicologica. Quello mi ricorda la prima volta che mi sono scaccolato. Con quel robot ho picchiato mio cugino il Natale scorso. Quella bambola me l’ha regalata la vecchia fidanzata di prima dello zio. Più son rotti, brutti e inutilizzabili, meno riuscirete a liberarvene.Ma ci potete comunque provare.
c) Comprare un'altra cassapanca e gettare alla rinfusa tutto, rimandando all’anno prossimo.
d) Vendere i vecchi giochi su Ebay. Col ricavato, pagarvi delle ore della donna delle pulizie. Un massaggio. Dei leggins (neri).

Problema 3: Bambini ancora a casa per le feste, e compiti da fare.

a) Pugno di ferro. Dare ad ogni bambino in età scolare la quantità di compiti precisa (numero di pagine, n di operazionie, ecc)  da fare. Prima finisce, prima gioca. 
b) Proporre incentivi per chi finisce i compiti: cucinare qualcosa insieme (biscotti, che però poi dovrete nascondere oppure regalare, tanto i bambini NON mangiano mai quello che cucinano, a meno che non sia ancora crudo) oppure fare una partita di un gioco di società assieme. Cose che di solito non si fanno.
c) Se c’è un SuperMario in giro, senza compiti da fare, non in grado di leggere, di giocare a pictionary in quando è capace di disegnare solo ragni, che vuole solo guardare Masha e Orso o lavare pomodori, siete fottuti. Comparte kg di pomodori. Il pongo può essere utile. E pure una passeggiata. In ogni caso, sarà un problema.
d) Far fare ai bambini le pulizie. Lavaggio pavimenti, vetri, spolveramento, più noioso è, meglio è. Poi, non vedranno l’ora di fare i compiti.

Problema 3: Non hai realizzato nessuno dei buoni propositi per le “vacanze di Natale” (se le chiami ancora così, dalla quinta elementare, dovresti farti delle domande, io me le sto facendo)

a) Se hai ancora un giorno free a disposizione, concentra tutto lì: per esempio vai ad una mostra a Milano, in treno (vale come viaggio), passa da piazza Duomo (vale come visita ad una città d’arte), fai qualche foto ai soggetti della mostra (vale per dimostrare a tutti- e a te stessa- su Fb che sei una donna di cultura), passa dal bookshop della Galleria e acquista del merchandising a caso (vale come shopping), corri a prendere il treno per tornare a casa (vale come “andrò a correre”), abbiòccati in treno (vale come “dormirò di più”), negli ultimi 10’ leggerai il tuo libro (vale come “leggerò il libro che ho comprato 6 mesi fa”), il treno sarà naturalmente in ritardo (vale come “mi prenderò del tempo per me”), arriverai a casa e, voilà. Avrai realizzato tutti i propositi in un giorno solo.
b) Non importa. Tutti sanno che i buoni propositi si fanno a settembre, con l’inizio della scuola. Se non li hai realizzati, evidentemente hai fatto di meglio: pensaci.

Problema 4: devi tornare al lavoro
a) Portati al lavoro qualcosa che ti hanno regalato. Di compatibile con la scrivania. Ovvero: no il massaggiatore plantare…o di qualunque altro tipo. No il pigiama coi coniglietti. No cibo di alcun genere. Sì il portafoto, sì la tisana alla cannella. Serve per tirar su il morale 
b) Progetta le vacanze estive. Sognare non costa nulla.
c) Pensa alla baby sitter a casa coi bambini (se i bimbi sono ancora a casa in vacanza, questo ti farà star meglio. Se a casa con i bimbi c’è il marito, non approfittare. Torna almeno per cena.)

Problema 5: questo credo sia un problema solo mio. Hai ancora nell’armadio i vestiti estivi.
a) Resisti fino metà febbraio. Poi sarai più vicina all’estate che all’inverno.
b) Non vedo soluzioni alternative se non quello di termovalorizzare tutto il guardaroba, ovvero gettare ogni cosa nell'inceneritore più vicino e vestirsi di sacco.

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