8 luglio 2016


Io lo so che morirò di malinconia quando i Fantastici saranno cresciuti.

Il guaio è che non crescono come i peli.

Che una sera li radi e c’hai la gamba liscissima, il giorno dopo se ti carezzi il polpaccio sembra la barba di tuo nonno.

Loro crescono in maniera subdola.

A tradimento. Il giorno prima dormono con la bambola, quello dopo ti scrivono “ti odio” su wat’s up usando il cellulare del padre (e avendo l’accortezza di firmarsi).

Sulla spiaggia del lago la sabbia diventa noiosa, poi però si usano ancora i bastoni come fucili.

Fanno due passi avanti e uno indietro, per confonderti le idee. Così non sai più se esasperarti che non sono autonomi, o piangere che ormai sono perduti.

Poi, dopo questa fase transitoria in cui alla fine tra regressioni e paturnie preadolescenziali mi sento rassicurata, un giorno, bum.

Saranno ragazzi. Mi preoccuperò un casino senza poter intervenire. Saranno diversi da come me li aspettavo. Allora morirò di malinconia, già ci muoio ora. Se penso a quel microscopico parco in cui andavo con Megamind di due anni,  c’era una collinetta con sopra un grande pioppo cipressino che mi ricordava il Solimei e che ora hanno tagliato rendendo quindi il ricordo ancora più remoto,  e lui raccoglieva i bastoni, ci scavava la terra, il sole di luglio torrido, e due chiacchere con altre mamme un po’ sfinite che non vedevano l’ora che i loro bambini si spingessero da soli sull’altalena.

E ieri alla recita dell’oratorio Catwoman interpretava Trilly (è lei, è lei, piccola possessiva, permalosa e deliziosamente seduttiva) e PeterPan rivendicava la sua vittoria, quella di non crescere mai, e mi è venuto in mente che da piccola è stata la mia storia preferita di sempre e che anche io sognavo di non crescere mai, e forse è per questo che metto le magliette a righe.

Forse è per questo, che mentre loro crescono, sono obbligata a farlo anche io.

(ma metterò magliette a righe finchè campo)

Nessun commento:

Posta un commento