6 febbraio 2017

Il minuto eroico. Cercasi tutorial


Ho compiuto 40 anni.
Venerdì il Gmarito è tornato prima dal lavoro, mi ha preparato una torta (alle mele, dopo essere stato opportunamente informato che la Sacher no, la detesto) trovando con somma sorpresa tutti gli ingredienti necessari in casa. Poi la Gfamily è andata al ristorante dove si è abbuffata senza ritegno.
Come nelle favole, i festeggiamenti sono durati 3 giorni: sabato pomeriggio, dopo avere sbolognato i Fantastici (due agli scout, una ad una amica) siamo andati a Bolo, insieme a Super Mario (che non siamo riusciti a sbolognare a nessuno.) Lì abbiamo visto una fetta di parentado che non incontravamo probabilmente dal nostro matrimonio e abbiamo ricominciato a mangiare.
Mia madre domenica mi ha preparato un meraviglioso pranzo di compleanno e a causa dell’invidia degli dei, sono stata colpita da gastrite acuta, ma abusando di gaviscon sono riuscita a mangiare tutto, compreso lo strudel che è  stato eletto mio dolce di compleanno ufficiale.
L’avrei mangiato anche a costo di una ulcera perforante. Sarei morta comunque felice e (relativamente) giovane.
Ho ricevuto dai miei fratelli il miglior regalo che una madre possa desiderare, ovvero un viaggio comprensivo di babysitteraggio della prole (restante at home).
Insomma quarant’anni sono una roba impegnativa. Ricordo ancora, non più tardi di 15 anni fa, quando dicevo: …no, non giovane… uno di mezza età, tipo quarant’anni.
Visto che da un mese a questa parte sono una specie di regina delle larve, mi trascino come un essere senza esoscheletro, e colpita da perenne narcolessia, oltre che gastrite, se ne deduce che i quarant’anni si fanno sentire. Ora pure il mio stomaco intende ricordarmelo.
In fondo credo che a quarant’anni ci si aspettino dei propositi per l’avvenire.
Come migliorarsi.
Dare una svolta.
Conosco donne, che frequento anche (quindi ho le prove di tutto ciò), che a questa età hanno iniziato a correre, per esempio. (Titanico).
Oppure che sono diventate celiache. Insomma, in mancanza d’altro, farsi venire una intolleranza che potrebbe portarti alla morte è un modo come un altro per costringerti a una dieta.
Conosco donne che si sono iscritte ad un corso di autostima, o che hanno deciso di imparare a fare una cosa nuova. Tipo sciare. (Temerarie).
Anche io ho un buon proposito, anzi un sogno.
No, non è l’Himalaya, stavolta, ma una cosa molto, ma molto, ma molto più ardua, coraggiosa, sfibrante.

Una sfida senza precedenti, direi un’ impresa. Qualcosa che potrebbe cambiarmi la vita. O quantomeno la giornata.
Ecco il mio sogno di quarantenne, il mio traguardo, la mia realizzazione interiore, signori e signore:


                       svegliarmi prima


(Un po’ deludente, eh, lo so, c’è gente che sogna di vivere l’esperienza della protagonista di 50 sfumature di grigio, ne sono consapevole).


Dicevo: svegliarmi prima. Prima di tutti. Con la casa silenziosa e buia. Se fossi davvero cazzuta  un’ autentica  Madre in gamba potrei addirittura farmi un 20 minuti di ellittica e poi buttarmi sotto una doccia calda anzi bollente, prepararmi un caffè bollente, eppoi farlo intiepidire perché odio il caffè bollente, eppoi, arzilla e svolazzante come la vispa teresa, svegliare tutti con il sorriso di chi ha già un 30% dei neuroni già operativi, un livello di autostima sopra i minimi accettabili, e magari pure la colazione pronta per tutti sul tavolo.
Ecco, io le ho provate tutte, ma sta cosa non mi riesce, è qualcosa di irraggiungibile, altro che K2.
C’è il momento decisivo, quello della sveglia, in cui la coscienza deve rispondere: sì, ci sono. Eccomi, sono pronta alla vita, intendo parteciparvi, il dovere mi chiama, bando alle ciance, verticalizziamoci. E’ il momento che qualcuno chiama il minuto eroico. Il minuto in cui la volontà e la pigrizia si prendono a mazzate, e- in un tempo ragionevole- vince la volontà. In cui la bambina di 10 anni e la donna quarantenne si prendono a mazzate e vince l’adulta.
Invece quando suona la sveglia la mia coscienza dice “ancora 5 minuti”. La mia volontà protesta che il pavimento è freddo. La donna adulta non è pervenuta. E’ in coma farmacologico. C’è solo la bambina di 10 anni. Che chiede se almeno per oggi può stare a casa da scuola.
Il minuto eroico si trasforma nella mezz’ora della vergogna.
Si accettano consigli, manuali di self-helping, soluzioni, anche sottoforma di sostanze.
Resto in attesa, grazie.

4 commenti:

  1. Ma che bel blog complimenti!!!!no io nessun consiglio ci svegliamo tutti e 5 insieme nel caos più totale......................

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    1. Grazie, cerco il senso della vita, tentando di sdrammatizzare qualcosa e di elevare qualcos'altro...e nel frattempo mi domando come fare a essere una persona adulta. E a svegliarmi prima.

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  2. Io anche, sono una madre degenere che si sveglia per ultima e lascia preparare tutti al papà!!
    Mia sorella invece a 40 anni ha iniziato a svegliarsi prima per andare a correre, lei che era campionessa di divaning...devo pensare che questi 40 anni danno alla testa davvero?!?

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  3. come vedi a me non danno alla testa...non ce la posso fare.Complimenti al marito!se sapessi che si alza lui probabilmente arriverei al lavoro un'ora in ritardo...
    ;-)

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