10 settembre 2018

Paludi


Che fine ha fatto il mio sapere? La mia (seppur modesta) cultura classica? Lo stupirsi davanti alla bellezza. Tutte le pagine che ho studiato, Ovidio, Catullo, l'arte rinascimentale e le poesie di Rielke, la contemplazione della verità nell'arte, la profondità abissale in cui mi conduceva la filosofia?
Io lo so.
E' finita quando è finita la coercizione allo studio.
Però resta la nostalgia.
Un riverbero, una reminescenza.
Ora, che le scuse accampabili sono diminuite (figli in età da pannolino, per esempio), vorrei recuperare qualcosa che è andato perduto, rileggere Dante, finire quelli libro su Caravaggio, ristudiare filosofia: anzi ascoltare ancora un professore che mi conduca in quelle profondità del pensiero, come una sonda, nel mistero.
Dovrei essere come il Gmarito, vorace di conoscenza, curioso e acuto, che non si stanca di cercare, approfondire, esplorare e conoscere, con passione inesauribile (Gmarito io ti ammiro sconfinatamente, per questo, lo sai).
Poi, vabbè, la lavapiatti è rotta da quasi due anni perchè "forse si è staccato un filo, ADESSO controllo", ma il tuo "ADESSO" ha una dimensione metafisica, non temporale. Ma ti perdono.
Io sono troppo pigra. Lo sono sempre stata. Io dovrei sforzarmi.
Io devo sforzarmi in tutto, continuamente.
Per uscire dalla palude e dalla fissità.
Dal brodo primordiale in cui starei a mollo tranquillamente.
Necessito di un surplus di energie che non so da dove attingere.
Io sono quella che fa solo nell'urgenza, nell'emergenza, nella costrizione e sotto minaccia. E' il principio di realtà che mi obbliga a reagire. Come il famoso principio  "non ho più mutande nel cassetto" che mi sospinge a fare la lavatrice.
Io, la routine, per esempio, non so cosa sia. E' un concetto astratto. O una aspirazione irraggiungibile. Come la santità. O le pulizie di primavera.
Ecco perchè la Me interiore che funge da Super-io è così intransigente e stronza, ecco da cosa nascono i miei sensi di colpa: ho dovuto interiorizzare qualcuno che mi costringa a fare le cose e mi dia delle mazzate sulla testa.

Per questo nuovo anno anche io ho fatto dei programmi.
Uno per la mente.
Uno per lo spirito.
E uno per il corpo.

(aggiungo fare il cambio dell'armadio, oppure protrei semplicemente aspettare che arrivi l'inverno)

Ora vediamo se la mia Me-stronza che risiede nello scantinato del mio cervello riesce a farmi alzare le chiappe.
O se annegherò nella palude della tristezza come il cavallo di Atreiu.

2 commenti:

  1. Sei come al solito super intransigente con te stessa! Comunque svegliarsi dal torpore va sempre bene ;)
    PS: mio marito invece è quello del "Faccio DOPO"...forse intende dopo, nel senso dopo la vita, nell'aldilà...

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  2. svegliarsi dal torpore fa bene, SE ti svegli dal torpore. Davvero.
    Io per ora fallisco.

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